Camminando Insieme
Riflessione per la Prima domenica di Avvento 2024
Sorelle e fratelli in Cristo,
“La gente morirà di spavento in previsione di ciò che sta per accadere sul mondo, perché le potenze dei cieli saranno scosse. E poi vedranno il Figlio dell’uomo venire in una nube con potenza e grande gloria. Ma quando questi segni cominceranno ad accadere, state ritti e alzate il capo, perché la vostra redenzione è vicina.” (Luca 21:26-28)
Per chi sta entrando nell’Avvento e sta pensando al Natale, queste parole non sembrano così festose, vero? Mentre concludiamo l’anno ecclesiastico in uno spirito apocalittico, meditando la scorsa settimana sulle letture liturgiche del libro dell’Apocalisse, ci saremmo aspettati di iniziare il nuovo anno ecclesiastico con letture che anticipano la gioiosa celebrazione della nascita del Messia. Invece, questo Vangelo per la prima domenica di Avvento ci mette di fronte a un contesto che non solo è spaventoso e premonitore, ma può anche sembrare un po’ troppo vicino al caos e all’incertezza dei nostri tempi inquieti.
In questo brano del Vangelo di Luca, Gesù avverte i discepoli che, dopo il suo soggiorno presso di loro, non solo la vita non sarà facile per loro, ma che molti dei fondamenti della fede e della sicurezza su cui hanno fatto affidamento saranno scossi e rasi al suolo, compreso lo stesso Tempio di Gerusalemme. Come sappiamo dagli studiosi delle Scritture, gli autori dei Vangeli si rivolgevano alla comunità cristiana decenni dopo la morte e la risurrezione di Gesù, tempi in cui di fatto stavano affrontando la persecuzione da parte delle autorità religiose. Nel 70 d.C., poi, i Romani distrussero il Secondo Tempio mentre conducevano una guerra contro gli ebrei della Giudea, che a quel tempo erano in rivolta contro il dominio imperiale. Queste parole di Gesù, espresse nel Vangelo di Luca, si rivolgono alla comunità cristiana che viveva in tempi molto bui, anzi, probabilmente circa dieci o vent’anni dopo questa guerra e la distruzione da essa provocata.
Ma a prescindere dal fatto che questo Vangelo fosse situato in quel particolare tempo e luogo storico, la sostanza e la verità perenne degli insegnamenti di Gesù rimangono attuali e parlano direttamente di come siamo chiamati a vivere e a guidare nel nostro tempo. Sì, può sembrare che le fondamenta e la sicurezza siano messe a dura prova dalla guerra che si sta scatenando apertamente in Europa, in Medio Oriente, in Sudan e in molte parti del mondo che subiscono violenze e atti di aggressione silenziosa che non fanno notizia, ma che comunque portano scompiglio nella vita delle persone. Siamo di fronte a crisi di migrazione forzata e di traffico disumano di persone vulnerabili, in parte del tutto nascoste dalla nostra vita quotidiana, ma che hanno un impatto su decine di milioni di persone. E tra le tante altre crisi, non possiamo non vedere la Terra stessa, la nostra casa comune, minacciata dall’aumento delle temperature che influirà drammaticamente sulla vita come la conosciamo.
La caduta degli angeli ribelli (1562) di Pieter Bruegel il Vecchio
Forse questa è una visione abbastanza apocalittica del nostro mondo contemporaneo da permetterci di trovare dei paralleli con questo Vangelo? In realtà, la mia intenzione non è quella di accrescere la nostra depressione e certamente non di incoraggiare la disperazione, ma piuttosto di collocare il nostro desiderio di Avvento per la redenzione nel nostro Messia, il nostro Immanuel, nel contesto reale del mondo in cui stiamo vivendo. È in questo mondo, in questo tempo, che Gesù ci parla e ci dice: “State dritti e alzate la testa! Guardate e vedete tutto questo per quello che è, e non disperate, perché la vostra redenzione è vicina”.
È in questo contesto reale che Gesù ci istruisce a non distrarci con i divertimenti, a non perderci nella comoda familiarità della nostra routine quotidiana o a non intorpidirci in nessuno dei tanti modi in cui potremmo farlo per “allentare la tensione”. Invece, Gesù dice: “State all’erta, vigilate”. Ogni giorno possiamo avere l’opportunità di provare a noi stessi la sua fiducia in noi per fare ciò che è giusto, buono, compassionevole e misericordioso. In qualsiasi momento, in qualsiasi incontro, potremmo trovarci di fronte a scelte difficili e tentati di prendere la via d’uscita più facile, di evitare un confronto necessario o di optare per una pace che non è giusta. In ogni momento, possiamo avere la possibilità di porgere l’altra guancia, di esercitare il perdono o di accogliere lo straniero. A prescindere dalle circostanze, abbiamo una missione nella vita che rimane costante, il discepolato di seguire la sua via. È una missione sempre fresca, attuale e più che mai scomoda.
Gesù ci sta dicendo essenzialmente che, a prescindere dallo stato delle cose, siamo comunque chiamati a vivere e a guidare in modo diverso, con la speranza e la convinzione che lui è con noi e che la nostra redenzione è davvero vicina.
Come leader, sentiamo a volte la tensione tra i naturali impulsi umani e le convenzioni mondane che ci spingono ad agire per paura e le ispirazioni e le risposte molto diverse che sono guidate dallo Spirito Santo, a imitazione di Gesù? Se, assumendo una prospettiva onesta e realistica del mondo e dei tempi in cui viviamo, siamo talvolta attratti da sentimenti di depressione o di paralisi, in che modo le parole di Gesù ci stimolano a ritrovare il coraggio, la speranza e l’energia per fare ciò che è giusto e buono? Di quale grazia abbiamo bisogno per affrontare e corrispondere ai tempi che stiamo vivendo con compostezza, resilienza e l’impegno incrollabile di scegliere l’amore? Questo è un modo per attendere e preparare la nascita del Messia, non aspettando di vivere e condurre in modo diverso qui e ora.
Con voi nel cammino di questo Avvento,
David e il gruppo di Discerning Leadership