“Aprirsi alle prospettive degli altri”

da | 17 Gennaio 2025

Camminando insieme – Riflessione per la seconda domenica del Tempo Ordinario 2025 

Sorelle e fratelli in Cristo,
Cosa ne pensate della risposta di Gesù a sua madre, quando lei gli dice che il banchetto di nozze sta per finire il vino (Gv 2,2-3): “Donna, che cosa ha a che fare con me? Non è ancora giunta la mia ora”?

Le reazioni iniziali possono essere di tutti i tipi: forse Gesù è un po’ “brillo” e si sta godendo così tanto la festa con i suoi discepoli che non vuole essere disturbato a pensare di risolvere questo particolare problema, anche se lui e i suoi nuovi amici molto probabilmente erano tra i responsabili della scarsità di vino.

Forse Gesù si sente esitante, come molti di noi, quando siamo arrivati al punto di non ritorno e siamo incalzati dagli altri sulla possibilità di intervenire e salire a un livello completamente nuovo di responsabilità pubblica.

O forse stava solo scherzando con la sua cara madre e in un modo tale che Giovanni voleva catturare la familiarità e la giocosità di Gesù. Possiamo immaginare che questo primo miracolo e il suo ruolo nel dare una spinta a Gesù siano stati un’esperienza che Maria ha conservato nel suo cuore per tutta la vita e che, negli anni successivi, ha raccontato a Giovanni mentre si prendevano cura l’uno dell’altra dopo l’ascensione di Gesù.

In ogni caso, conosciamo il resto della storia. Gesù si adegua alla madre come un figlio buono, anche se forse riluttante (è da qui che trae ispirazione per i due figli, il secondo che inizialmente resiste e poi va a lavorare nella vigna?). Compie il suo primo miracolo con un eccesso così deliberato che non possiamo fare a meno di capire non solo la capacità di Gesù di trasformare la nostra realtà, ma anche l ‘abbondanza della bontà di Dio e il desiderio della nostra gioia nella comunione con suo figlio. E naturalmente ci sono tanti livelli di interpretazione teologica possibili con questo primo miracolo pubblico di Gesù.

Ma quale collegamento potremmo fare tra questo brano e il nostro esercizio della leadership? Quando prego con questo brano, a volte vedo in me stesso come sono così impegnato nel momento, o ho una tale fiducia nella mia capacità di afferrare una situazione, che posso trovarmi inizialmente infastidito quando qualcuno mi suggerisce di prestare attenzione a qualcosa o a qualcun altro. Nel nostro team, a volte scherziamo sul modo in cui le persone possono “metterci le loro scimmie sulla schiena”, in altre parole, vogliono far diventare nostri i loro problemi e farceli risolvere.

Ma è chiaro che quando Maria prende questa iniziativa, lo fa con attenzione per la coppia di sposi, per gli invitati al matrimonio e per il suo interesse a sostenere la convivialità della festa. Inoltre, come spesso fanno le madri, sa quando è il momento per il figlio di fare il passo successivo verso la maturità e la responsabilità, di entrare nella vita pubblica come adulto e, nel caso di Gesù, di iniziare il suo ministero.

Come leader, quando qualcuno viene da noi, come Maria, con una prospettiva diversa e ci presenta un bisogno, abbiamo l’umiltà di riconoscere i limiti del nostro punto di vista e di accogliere con apertura e gratitudine questa prospettiva? Come facciamo a discernere sulla base di nuove prospettive, a valutarne il valore, l’importanza o l’urgenza? E poi, cosa ne facciamo?

In Gesù abbiamo un esempio. Egli si sofferma ad ascoltare, a determinare se la richiesta di sua madre è in linea con il suo scopo e il suo ruolo in quel momento, e quindi a decidere se agire o meno. E sappiamo che il risultato non è solo al servizio delle esigenze del momento, ma che in quel momento Gesù segna l’inaugurazione del suo ministero pubblico e offre una finestra di rivelazione del Regno di Dio.

Mentre seguiamo l’esempio di Gesù di ascoltare, discernere e agire, teniamoci reciprocamente in preghiera lungo il cammino…

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