“Disposizioni di leadership: Riverenza e sensibilità”

da | 1 Ottobre 2024

Sorelle e fratelli in Cristo,

Cosa ne pensiamo dell’incapacità dei discepoli di ascoltare, e tanto meno di sentire veramente, ciò che Gesù sta dicendo loro sulla sofferenza che sperimenterà? La loro paura non riguarda solo ciò che accadrà a Gesù, ma anche, in quanto suoi discepoli, ciò che potrebbe significare per loro. E chi potrebbe biasimarli?

La loro paura li spinge a fuggire dalla vulnerabilità e a discutere su chi sia il più grande; una conversazione competitiva che li mette l’uno contro l’altro come rivali in termini di influenza, intelligenza, talento, fedeltà, vicinanza a Gesù, ecc. Ma ciò che Gesù vuole e di cui ha bisogno da loro non è questo tipo di posizionamento competitivo di se stessi, né l’egocentrismo che li separa gli uni dagli altri e da Lui.

In quel momento, di fronte alla prospettiva delle prove che verranno, avrebbe senza dubbio apprezzato il loro sostegno, la loro empatia e, come minimo, la loro attenzione a ciò che stava dicendo. In quel momento, Gesù avrebbe senza dubbio apprezzato non una dimostrazione di forza o di superiorità, ma il sostegno amorevole di amici in sintonia con lui e con ciò che stava cercando di condividere con loro sul futuro, suo e loro.

Forse non è molto diverso per noi quando, in situazioni troppo difficili da sopportare, fuggiamo nella distrazione, nella negazione o nell’autodifesa, invece di rimanere con la realtà di ciò che è difficile in quel momento. Ma invece di indurirci, deviare o lottare contro la vulnerabilità del momento, c’è un altro modo.

Quando Gesù coglie l’opportunità di istruirli invitando un bambino in mezzo a loro e di accogliere quel bambino o qualsiasi altro bambino come se fosse il Cristo, li chiama a superare il loro egocentrismo e la loro paura verso una tenerezza e una riverenza più morbide, più sensibili all’altro. Con questa sensibilità, sono in grado di percepire la dignità e persino la divinità di un bambino in mezzo a loro, poiché tutti noi siamo creati a immagine e somiglianza di Dio. È solo questo tipo di sensibilità verso l’altro che li aiuterà ad ascoltare ciò che Gesù dice, a capire e a sentirsi con lui in unione mentre subisce la sua passione.

È questo tipo di sensibilità riverente che ci permette di incontrarci l’un l’altro non solo come coetanei di pari dignità, ma con umiltà, empatia e compassione. È questo il tipo di sensibilità a cui siamo chiamati a vivere come seguaci di Gesù e come membri di una Chiesa sinodale.

Ciò solleva la questione della qualità degli spazi e dei luoghi in cui viviamo e lavoriamo… fino a che punto le nostre culture organizzative creano uno spazio di rifugio sicuro, accoglienza e ospitalità per i più vulnerabili? In che misura garantiamo una quantità sufficiente di sicurezza affinché realtà oneste e sensibili possano essere condivise senza giudizi, difese o punizioni?

E più personalmente, come leader, come diamo il tono e l’esempio di questa sensibilità riverente per gli altri, anche se a volte dobbiamo dimostrare coraggio, resilienza e forza?

Con voi sulla strada,

David e il gruppo di Discerning Leadership

Tags in the article:
Executive Director of the Program for Discerning Leadership

Pin It on Pinterest