20:
19
-31

Sulla morte e la speranza che abbiamo

da | 28 Aprile 2025

Papa Francesco è morto. Per noi del Discerning Leadership Team, questa è una perdita molto personale. Negli ultimi cinque anni della nostra esistenza, Papa Francesco è stato una fonte di ispirazione costante, un punto di riferimento catalizzatore nel nostro lavoro di sviluppo della leadership e di rigenerazione organizzativa. Attraverso i nostri vari ruoli nel Sinodo sulla sinodalità, Papa Francesco è stato persino il nostro “capo”, presiedendo il raduno di questa assemblea del Popolo di Dio per discernere insieme il futuro in questo momento della lunga storia della Chiesa.

Per me personalmente, non è stato solo un fratello gesuita molto (molto) più anziano, ma anche un nonno lontano ma amato, con tanti figli e nipoti, un nonno che desiderava, quasi impossibilmente, dedicare a ciascuno la sua piena attenzione e il suo affetto. È chiaro che fino all’ultimo giorno della sua vita, ciò che lo ha reso vivo sono stati gli incontri quotidiani con persone comuni. Durante l’ultimo giorno del Sinodo sulla sinodalità, Sandra Chaoul e io abbiamo avuto l’opportunità di condividere con lui il nostro programma, e in particolare un evento che stavamo organizzando sulla costruzione/ricostruzione della fiducia all’interno della Chiesa. Si è mostrato interessato, riconoscente e, come al solito, affabile e divertente. Ci ha trasmesso lo stesso incoraggiamento che ha offerto tante volte durante il suo pontificato: “sempre avanti”, ovvero “avanti sempre”. Abbiate speranza e andate avanti!

Quando contempliamo in preghiera la scena descritta nel Vangelo di Giovanni 20, 19-31 nella liturgia odierna, nonostante la gioia e la festa degli altri discepoli, come non notare Tommaso, seduto abbattuto, senza speranza, forse persino disperato nel suo dolore? Ovviamente è proprio lì che si concentra l’attenzione di Gesù risorto. Proprio come la settimana scorsa ci siamo concentrati sul modo in cui il Messia risorto va a consolare i suoi amici, così ora viene direttamente da uno dei suoi apostoli fedeli ma in conflitto.

Per quelli di noi che conoscono il dolore lancinante e il vuoto straziante del lutto dopo la perdita di una persona cara, come non provare compassione per Tommaso? Come possiamo conciliare ciò che si prova nel conoscere e amare qualcuno come parente o amico nella nostra vita con l’esperienza della morte? Come possiamo non contrapporre l’esistenza alla non esistenza, come se quando si muore ci fosse una definitività assoluta che esclude ogni altra possibilità? Eppure, eppure… Dio ci dà speranza per qualcosa di più.

Il Cristo risorto invita Tommaso a usare i suoi sensi fisici per apprendere ciò che la sua mente razionale non può comprendere. Cristo porta le ferite della sua tortura e della sua esecuzione e invita Tommaso a toccare e sentire questi segni della sua passione. Vuole che Tommaso comprenda la continuità della sua esistenza da uno stato all’altro e scopra che l’amore che Tommaso ha sperimentato nel suo rapporto con Gesù non è mai finito. Ha trasceso la morte fisica di Gesù. L’amore non finisce, perché la vita cambia, ma non finisce.

Mentre Cristo permette a Tommaso di usare la vista e gli altri sensi fisici per apprendere questa verità e credere, dichiara che coloro che credono e hanno speranza anche senza vedere sono ancora più beati. Questo perché la fede e la speranza hanno un potere intrinseco che è qualitativamente diverso e più grande della fiducia che deriva dalla sola evidenza. La fede e la speranza ci elevano al di là del momento presente, con tutti i suoi limiti e le sue tracce, e ci trasportano verso il futuro.

Papa Francesco aveva questa fede, questa speranza, e ci ha esortato ad averla anche noi. Con tutte le incertezze che affrontiamo e le paure e le preoccupazioni naturali che derivano dal «non sapere», crediamo che Dio ci redime, dà alla nostra vita e al nostro amore un futuro. Questo futuro è un futuro per cui vale la pena lottare, proprio come ha fatto Gesù nella sua vita terrena e come il Cristo risorto continua a lavorare per noi e attraverso di noi nella potenza dello Spirito Santo.

Come leader, la nostra fede, la nostra speranza, rese ancora più potenti dalla grazia, incoraggiano e sollevano gli altri. Creano lo spazio per immaginare un futuro orientato al Regno piuttosto che catastrofico. Viviamo questa fede, questa speranza nella vita che abbiamo in Cristo, condividendola con gli altri con lo stesso spirito di consolazione e amore che egli ha mostrato a Tommaso.

Con gratitudine per la vita e la testimonianza di Papa Francesco, preghiamo ora: «Va’, servo buono e fedele, ricevi la tua ricompensa eterna!».

Con voi nel cammino pasquale,

David e il Discerning Leadership Team

Tags in the article: Papa Francesco

Pin It on Pinterest