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Il potere della pazienza e della perseveranza

da | 16 Ottobre 2025

Quando nel 2010 ho celebrato la messa per i miei voti perpetui come gesuita, la lettura della liturgia del giorno era questo testo del Vangelo di Luca, capitolo 18, 1-8. Invece di scegliere un’altra lettura per l’occasione, mi sono sentito attratto dall’idea di mantenere quella che poteva sembrare una storia strana per segnare questo passaggio della mia vita e della mia vocazione. Dopo tutto, cosa hanno a che fare un giudice indifferente e una vedova insistente, forse anche fastidiosa, con la mia storia di 20 anni di vita religiosa?

Ma mentre pregavo con questo brano per diversi giorni, il legame e la profonda risonanza della storia mi sono diventati improvvisamente chiari. Il giudice indifferente ero io, e il Signore era la vedova, che pazientemente, persino inesorabilmente, faceva appello al mio cuore affinché lo seguisse. Ho riflettuto su come all’inizio mi ci siano voluti diversi anni per prestare davvero attenzione e dire “sì” alla vocazione alla vita religiosa e al sacerdozio, e poi su come, anche dopo aver detto quel “sì” vent’anni fa, mi ci siano voluti molti altri anni per abbandonare sempre più il mio cuore al mistero di questa chiamata. Più che altro, per dire “sì” pienamente a Colui che chiama.

Eppure, lungo tutto il percorso, e ancora oggi dopo 35 anni, mi stupisce occasionalmente quanto il Signore mi abbia accompagnato con pazienza e perseveranza. Non importa quanto io sia stato fedele alla preghiera, Dio è sempre fedele. No, Dio non risponde sempre in modo così chiaro o immediato alle mie richieste o suppliche. A volte sono stato così deluso dal fatto che Dio non sia intervenuto per guarire qualcuno per cui avevo offerto le mie intenzioni. Infatti, proprio la settimana scorsa, mi ha rattristato molto la notizia della morte, all’età di 32 anni, della figlia di un mio ex compagno di classe dei gesuiti, che ha ceduto al cancro al seno. A volte ho lottato a lungo con insicurezza, ansia e depressione, chiedendo a Dio di liberarmi da queste difficoltà, ma senza ottenere un sollievo immediato. Ho pregato con fervore per la pace, eppure le guerre in Ucraina, Gaza e Sud Sudan durano da anni con tantissime vittime.

Ma anche di fronte a queste frustrazioni e delusioni, sono stato benedetto da una paziente e salda fiducia che Dio non si arrende e che, come la vedova, Dio è colui che persiste nella speranza che noi rinunciamo alla nostra indifferenza, alla nostra timorosa autoprotezione, alla nostra apatia, e diciamo “sì” sempre più pienamente all’amore, al perdono, alla riconciliazione e alla guarigione. Sì, all’essere strumenti e canali di misericordia in un mondo freddo e talvolta insensibile. Sì, al prendersi cura di coloro che soffrono e al rimanere vicini alle persone che vivono il mistero pasquale della morte nella loro vita e nelle loro comunità.

La pazienza e la fedeltà incrollabile di Dio nei nostri confronti e la nostra incarnazione di questa fedeltà paziente e persistente verso gli altri sono interamente correlate, persino interdipendenti. Quando riflettiamo su quanto possa essere incoerente la nostra preghiera, quanto sia rara la nostra presenza o attenzione completa nella ricezione dell’Eucaristia, quanto a volte possano essere ipocrite la nostra fede e il nostro impegno attivo per la giustizia, eppure quanto sia incredibile che il Signore sia sempre lì quando volgiamo la nostra mente e il nostro cuore verso di lui, come possiamo non voler mostrare un atteggiamento simile verso gli altri?

Come leader, la nostra costanza nella preghiera è importante… per noi stessi, per il dono del discernimento, per le persone che serviamo e di cui siamo responsabili. Come leader, è importante che coltiviamo la pazienza nella fede e che rimaniamo saldi nella speranza durante i periodi di instabilità. È importante che permettiamo a Dio di abbattere la nostra resistenza e che permettiamo al suo amore di saturare i nostri cuori in modo tale che tutto ciò che desideriamo fare è dare il nostro “sì” nel modo più completo possibile per servire come suoi strumenti e canali nel mondo.

Mentre riflettete su come questa riflessione vi tocca oggi, cosa suscita in voi? Dove vi sentite chiamati a dire un “sì” più sincero alla presenza persistente e fedele di Dio nella vostra vita? Dove sentite il bisogno di esercitare una speranza più paziente e salda di fronte al caos e alla confusione che molti di noi affrontano oggi nei nostri ruoli e contesti?

Con voi sulla strada,

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